Servizi Ecosistemici
Il territorio che gravita intorno al comprensorio del Monte Peglia interessa in particolare 7 sottobacini idrogeografici suddivisi tra le unità territoriali del Medio Tevere, del Nestore e del Paglia. Questa fase ha previsto la mappatura dei Servizi Ecosistemici e valutazione ecologico-economica, come qui riportato.
I Servizi Ecosistemici possono essere identificati come le tipologie di funzioni e di processi svolti dagli ecosistemi che generano benefici multipli diretti e indiretti indispensabili per la sopravvivenza e il benessere della popolazione. Questi vengono tradizionalmente suddivisi in quattro categorie generali in relazione alle funzioni svolte.
SUPPORTO, servizi necessari per la produzione di tutti gli altri servizi ecosistemici e che contribuiscono alla conservazione della diversità biologica e genetica e dei processi evolutivi e dinamici degli ecosistemi;
REGOLAZIONE, mantenimento della salute e del funzionamento degli ecosistemi, ma anche altri servizi che comportano benefici diretti e indiretti per l’uomo (come la stabilizzazione del clima, il ciclo delle acque, la protezione del dissesto, etc);
FORNITURA, servizi di approvvigionamento di risorse che gli ecosistemi producono (acqua, cibo, etc);
CULTURALI, gli ecosistemi naturali contribuiscono al mantenimento della salute umana attraverso la fornitura di opportunità di riflessione, arricchimento spirituale, sviluppo cognitivo, esperienze ricreative ed estetiche.
Ambito funzionale di riferimento: il territorio che gravita intorno al comprensorio del Monte Peglia interessa in particolare 7 sottobacini idrogeografici suddivisi tra le unità territoriali del Medio Tevere (Fosso Faena e Invaso di Corbara), del Nestore (Torrente Calvana e Torrente Fersinone) e del Paglia (Torrente Chiani da T. Astrone a F. Paglia, Fosso Elmo e Fosso Migliari).
Nell’ambito delle categorie di Regolazione e Fornitura, sono stati valutati i seguenti Servizi Ecosistemici:
Questo SE si riferisce alla capacità di alcuni ecosistemi di filtrare e depurare le acque che li attraversano con processi di rimozione degli inquinanti restituendo una risorsa di migliore qualità. Può essere messo in relazione ai tipi di copertura di uso del suolo come definito in Burkhard et al. 2012 a sua volta influenzato dalla pendenza del terreno (espressa in %) e dall’ influenza delle strade: la strada viene considerata come elemento che di fatto azzera la funzione di erogazione del SE in quanto rappresenta un elemento impermeabile e di potenziale pressione legata alla veicolazione di inquinanti. L’influenza delle infrastrutture stradali viene estesa e valutata in un buffer laterale di 50 m dal bordo della carreggiata (Forman et al., 2003).
La mappa del SE per l’area di studio, mostra le potenzialità circa la capacità del territorio di purificare l’acqua in relazione alla presenza di vegetazione strutturata e matura che massimizza i processi di autodepurazione (es. denitrificazione delle acque) associata alla minor pressione legata alle fonti inquinanti. Nelle aree di pianura la capacità depurativa del sistema è meno efficiente a causa di una diffusa agricoltura; tale capacità potrebbe essere implementata andando ad agire sul recupero della naturalità del reticolo idrografico e di pratiche agricole conservative della risorsa acqua e del suolo.
Valutando la distribuzione dei valori nella mappa relativa al SE di depurazione ben si evidenzia come gli ambiti collinari e montani abbiano la maggiore funzionalità ecosistemica sebbene una evidente frammentazione degli ecosistemi più naturali determini una oggettiva minaccia non solo agli elementi di flora e vegetazione e alle specie faunistiche bensì anche alla funzionalità complessiva dell’ecosistema in cui le aree di intervento sono inserite.
L’ambito di riferimento è caratterizzato da valori medio-alti della capacità depurativa che però a livello spaziale presentano una relativa omogeneità che potrebbe essere imputata ad una gestione forestale non particolarmente conservativa. Le aree di intervento si collocano per la gran parte in ambiti ad elevata funzionalità ecosistemica a sottolineare l’importanza della struttura forestale esistente e quindi del ruolo di questi ambiti e della loro futura gestione nel mantenimento delle funzioni ecologiche ed in particolare di depurazione.
Questo SE, fa riferimento alla capacità del suolo di immagazzinare e rilasciare acqua che mitiga le piogge eccessive riducendo da un lato il rischio di inondazioni e dall’altro consentendo rilasci di acqua lenti verso i corpi idrici superficiali. Tale SE viene valutato attraverso una serie di fattori che concorrono a definire il punteggio finale (tra 0 e 5) relativo alla capacità di esprimere tale funzionalità.
Oltre alla pendenza che influisce sulla capacità di erogazione del SE associato alle tipologie di uso del suolo, gli altri fattori sono relativi al parametro KC (Coefficiente colturale) che misura la capacità di evapotraspirazione associata alle diverse colture ed esteso a tutte le altre tipologie di uso del suolo considerando alti valori di KC come rappresentativi di una migliore regolazione nello scambio di acqua e vapore che regola il bilancio idrologico.
L’area di studio si attesta con valori di funzionalità per questo SE relativamente medio-alti. Anche in questo caso gli ambiti gestiti o utilizzati per la produzione agricola estensiva ed intensiva hanno valori meno importanti legati anche ad una copertura del suolo limitata ad alcuni mesi dell’anno. Questo determina evidentemente una perdita di funzionalità anche relativamente alla qualità dei suoli che in funzione della pendenza tendono progressivamente a perdere sostanza organica. Per contro le aree con copertura vegetazionale permanente articolata e disetanea, esprimono la funzionalità più importante. L’ambito di riferimento dei 7 sottobacini del comprensorio del Monte Peglia rappresenta una delle zone più significative da questo punto di vista, sebbene anche in questo caso si possano evidenziare alcune situazioni di frammentazione mediamente elevata. Le aree di intervento si inseriscono in ambiti ad elevata funzionalità.
Il SE Protezione dagli eventi estremi esprime la capacità di alcune tipologie di uso del suolo di contrastare i potenziali effetti dannosi causati da disastri naturali quali inondazioni, valanghe, frane, piene, etc. Questo aspetto, soprattutto nella parte alto collinare e montana, è funzione della pendenza quale parametro che favorisce alcuni processi (es. erosione, dissesto idrogeologico) e del tipo di copertura quale elemento la cui struttura naturaliforme (es. vegetazione forestale, zone umide con vegetazione ai margini, vegetazione ripariale) è capace di mitigare i fenomeni di dissesto idrogeologico.
L’ambito di riferimento dei 7 sottobacini idrografici caratterizzanti l’ambito del Monte Peglia, assumono anche in questo caso valori variabili e si evidenzia più che in ogni altro SE il livello di frammentazione territoriale, quindi la relativa poca ampiezza delle patches funzionali per questo SE. Questo sta a denotare una grande vulnerabilità del territorio ed una propensione al rischio idrogeologico e alla scarsa resilienza del sistema. Le aree di intervento in questo caso risultano estremamente disomogenee e caratterizzate da valori non troppo elevati della funzione ecologica di conseguenza è necessario valutare con attenzione interventi di tipo forestale che possono creare una effettiva alterazione degli equilibri ecosistemici.
Il SE produzione forestale rappresenta la capacità delle tipologie di uso del suolo di produrre biomassa forestale per vari scopi (es. uso legna da ardere).
L’ambito territoriale di Monte Peglia è caratterizzato da una importante superficie forestale. Tuttavia la forte parcellizzazione determina una dimensione relativa delle patches che se da un punto di vista di alcuni altri SE denotano una importante funzionalità perché sinergica con gli ecosistemi vicini (depurazione delle acque, dissesto, ecc.), relativamente alla sola funzione produttiva viene ad essere ridotta e parcellizzata. Infatti la mappa che riporta i valori in maniera spazialmente esplicita evidenzia queste caratteristiche di non omogeneità e quindi di estrema vulnerabilità per i comparti forestali che non hanno dimensioni significative da da contrastare eventi di alterazione del sistema ecologico forestale. La relativa resilienza che esprime questa situazione strettamente al comparto forestale implica una attenzione ulteriore quando si pianifica una attività di utilizzo forestale. Gli ambiti di intervento denotano queste criticità manifestando valori molto bassi perché caratterizzati da ecosistemi solo parzialmente idonei all’utilizzo forestale.
Tuttavia, nell'area del Monte Peglia, prevale una vocazione più naturalistica, sebbene vi siano opportunità per una gestione più integrata dei sottobacini idrogeografici che caratterizzano la regione.
Il SE di Produzione Agricola rappresenta la capacità delle tipologie di uso del suolo di produrre cibo, fibre, etc. In questo senso l’agroecosistema rappresenta l’attore principale in grado di erogare tale servizio.
La distribuzione spazialmente esplicita dei valori di questo SE fanno emergere anche in questo caso una elevata frammentazione dei sistemi agro-ambientali. In questo senso si evidenziano ambiti di pianura o basso-collinari che hanno elevati valori di funzionalità che forse dovrebbero essere meglio integrati con i sistemi naturali ad esempio quelli propri del reticolo idrografico e quindi della naturalità dello stesso. Questo scenario sarebbe estremamente favorevole anche all’aumento della funzionalità legata alla depurazione delle acque che tamponerebbe in qualche modo i disservizi legati al sistema agro-ambientale (esempio inquinamento da nitrati e altri nutrienti, uso di fertilizzanti).
Per contro l’area del Monte Peglia esprime una vocazione più naturalistica sebbene si evidenzino degli ambiti che forse andrebbero meglio considerati nella gestione complessiva e non settoriale dei sottobacini idrogeografici che caratterizzano il comprensorio del Monte Peglia.